Oltre al decreto su citato un impianto elettrico deve seguire anche ciò che stabilisce il Comitato Elettrotecnico Italiano tramite la CEI 64-8, in vigore da marzo 1993 e seguita da molte significative varianti, per la progettazione di un impianto elettrico a regola d’arte.

Tra i requisiti che stabilisce la norma abbiamo le indicazioni per il quadro elettrico; questo deve essere posizionato in modo da essere individuato facilmente e con uno spazio aggiuntivo libero del 15 percento, con un minimo di due moduli.

La potenza dell’impianto è adattata alla superficie calpestabile, la CEI 64-8 stabilisce un minimo di 3 kW fino a 75 m2 e 6kW oltre i 75 m2.

Inoltre secondo la norma esistono 3 livelli prestazionali di un impianto:base,standard edomotico.

Il primo prevede un numero minimo di punti luce, prese circuiti e differenziali.

Il livello standard richiede un numero maggiore di elementi rispetto al base e un sistema di controllo dei carichi. Infine il domotico permette il controllo remoto e prevede sensori antintrusione e antincendio.

Nella stessa CEI sono specificati anche i criteri per la distribuzione dei punti luce e delle prese nei vari ambienti a seconda dell’ attività svolta.
Nel bagno ad esempio ci sono zone definite di rispetto dove non possono essere presenti prese e luci, in cucina ci sono altezze minime e massime. E’ utile inoltre avere in cucina un interruttore modulare che gestisce i carichi elettrici con delle priorità dii utilizzo.

In conclusione si tratta di progetti complessi che se non realizzati a regola d’arte potrebbero compromettere la sicurezza degli ambienti. Pertanto è necessario richiedere una progettazione da parte di un esperto abilitato e ottenere la dichiarazione di conformità.